Richieste di Lavoro( di Concita De Gregorio)

Per motivi che ignoro – ignoro sempre i motivi delle improvvise correnti ascensionali e delle repentine disgrazie dell’Internet ma va benissimo così, ho rinunciato, non c’è tempo per dedicarsi a tutto e il capriccio del web lo prendo come il maltempo o il sole quando arrivano – insomma per ragioni ignote ieri ha preso a girare in rete una lettera bellissima di Paolo Sorrentino ventenne a Massimo Troisi. Una lettera dattiloscritta che si chiude con nome cognome indirizzo completo di numero civico, la n e la o piccola in alto, di Cap scritto maiuscolo con i punti e numero di telefono fisso, quello di casa.

Sorrentino si presenta al “gentile signor Troisi” dicendo ho ventun anni, sono nato a Napoli abito al Vomero. “Ho fatto il liceo classico e studio Economia e commercio”. Dice sono un appassionato di cinema. Racconta quello che ha fatto, incluso andare a Roma e restare “abbastanza sconcertato per il clima di freddezza e non umanità che c’era sul set”. Forse è stata colpa della mia timidezza, ad ogni modo sono tornato a Napoli. Gli chiede, infine, di poter lavorare con lui e si augura una risposta “positiva o negativa che sia”. Dice che preferirebbe fare cinema piuttosto che lavorare in altri campi con la sua futura laurea in economia e commercio. Distinti saluti.

L’ho girata ai miei figli: pieni di progetti e forse di talento, chi lo sa, ma privi di lavoro, tutti in questo momento presi in colloqui per fare d’estate quello che strappa biglietti sul bus, il portiere di notte. Ho detto guardate che bella lettera. Hanno risposto eh, ma adesso se mandi una lettera così non la legge nessuno. C’è l’intelligenza artificiale a scremare le richieste di lavoro. Ho risposto ah, già. Che peccato.

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