A Wild Mind: il viaggio affascinante della mente( a cura di David Taglieri)

La psicologia, alleata con le neuroscienze e con la benedizione del buon senso può aiutarci in questo mondo che va di fretta, non si ferma, non pensa, non ragiona e non riflette: Andrea Bariselli ha scritto per Rizzoli un tomo di immenso valore coniugando proprio i suoi ruoli di neuroscienziato e psicologo per mettere al servizio del lettore la sua esperienza e la sua volontà di incidere nella nostra individualità in un pianeta che sembra spesso sempre più impazzito.

Recuperando l’amore per la Natura, per l’affetto verso il nostro buon lato selvatico il creatore del Podcast A Wild Mind, attraverso esempi concreti, studia il cervello, con un linguaggio semplice, razionale e a tratti poetico, ma di una poesia reale che intercetta la Meraviglia per la sana curiosità e per riconsegnare al tempo le sue qualità di Risorsa Preziosa.

Con tematiche rigorose, solide ma al contempo accessibili l’autore condivide i bagagli delle esperienze dei suoi anni e traspone continuamente nella vita di tutti i giorni il linguaggio della Natura che comunica con noi, anche se consciamente o inconsciamente, ne ignoriamo le declinazioni, le versioni e le apparenze.

La denuncia e’ limpida: ci stiamo allontanando dalle nostre origini, dalla nostra Madre Biologica per inseguire un contesto ipertecnologico e moderno che indubbiamente ha velocizzato tutto ma ha allo stesso tempo parzialmente peggiorato la qualità della vita ed il benessere che rappresentano dei sentieri raggiungibili per dirigerci verso il rifugio della serenità, che sia poi un viatico essenziale per la Ricerca della Felicità.

Bariselli viaggia intorno a molte bussole, una delle quali si sostanzia e prende le forme del Silenzio: un termine rimosso dalla società del rumore.

Abbiamo bisogno di riconnetterci al Silenzio per curare lo spirito che interagisce continuamente con il nostro fisico: ci parla ma non lo vogliamo ascoltare; e siamo inevitabilmente più infelici.

Cerchiamo l’Invisibile proprio partendo dall’approfondimento delle innumerevoli connessioni fra i miliardi di relazioni presenti della corteccia celebrale; e’ necessario ripristinare un giusto compromesso, fatto talvolta di accordi e disaccordi, fra ambiente esterno e sfera interna.

Comprenderemo che fermandoci ogni tanto, respirando lentamente, raggiungendo le vette della calma potremo e potremmo progettare una vita più umana, pianificando delle relazioni interpersonali maggiormente soddisfacenti e che puntino a ridare vita ad una appartenenza comunitaria.

Ecco un’altra parola verso la quale plana il volo della mente: la comunità, l’intenzione di unire i colori della tavolozza dei talenti che fanno parte di ogni essere umano.

Far dialogare le diversità, le differenze, confrontarsi ed apprendere l’uno dall’altro rappresenteranno delle buone abitudini per incastrare al meglio i binari dell’esistenza.

Se guardiamo al futuro, legittimamente, e’ altrettanto importante non compiere l’errore clamoroso di dimenticare le tracce della storia; ovviamente l’essere umano si e’ evoluto ma e’ fondamentale capire da dove veniamo per intercettare un dato di realtà: alcune attitudini, abilità, abitudini sono incarnate nel nostro dna.

Camminare ad esempio, organizzare una passeggiata nel bosco, respirare: annullando talvolta i rumori ai quali ci costringe la vita urbana.

Il cervello, analogamente alla natura, ha, nei secoli interagito con la cultura, ma assecondando un circolo virtuoso, l’autore ci fa intuire che il bagaglio delle acquisizioni, delle memorie e della storia e’ stato influenzato fortemente dal contesto naturale e dalla nostra area celebrale.

In questa affascinante esplorazione letteraria e biologica non mancano i riferimenti al Tempo, come si diceva all’inizio tesoro prezioso da sfruttare al meglio, e lo Spazio: i luoghi e i contesti incidono fortemente sulla vita degli individui anche nel discorso del rapporto fra il cervello e le percezioni della nostra esistenza che si trasformano in emozioni, sentimenti, passioni, amore talvolta inafferrabile, talvolta entusiastico per il Dono della Vita.

Oggi si parla tanto di Lifestyle, stile di vita, ma spesso lo si risolve in numeri, quantità, risultati, produttività: e qui interviene la filosofia che a braccetto con la biologia e le indagini psicologiche realizzate con le proprie gambe e con gli studi di grandi ricercatori ci comunica che e’ esiziale far nuovamente proprio il concetto di fatica.

Le grandi soddisfazioni passano attraverso i canali del sudore, dell’impegno e dell’abnegazione: altrimenti saremo degli eterni scontenti.

Il merito di questo libro e’ quello di garantire un sano dialogo fra più discipline, alternando lezioni di neuroscienze, ottime perle anche per i non addetti ai lavori, con versi e prose autobiografiche che provengono da un cervello che nella sua vita si è relazionato con altre sfere interne.

Dunque nel cervello non esiste soltanto la sacrosanta razionalità, ma anche il contatto continuo e intenso con le emozioni e con una visione sentimentale ed interiore del mondo delle quali non dobbiamo vergognarci.

Born to be wild, il monito del saggio, romanzo, impianto poetico, si traduce nella necessità di coniugare la calma, il silenzio, la qualità della vita anche riconnettendoci ai comportamenti concreti nel rincorrersi dei giorni.

Dormire mettendo da parte gli stress quotidiani, espirando ed inspirando, mangiare meglio, cogliendo il presente e meravigliandoci per i raggi del sole, per l’incedere di una camminata, accogliendo anche la fatica per raggiungere i traguardi.

Anche sapendo rallentare; un testo pieno di spunti, chiavi di lettura, scritto con umiltà e sapienza, un dialogo piacevole ed amichevole con l’ascoltatore-lettore per riscoprire la Bellezza dell’essere al mondo e carpirne il Senso.

Viva Dio, attraverso questa lettura, ci rendiamo conto quanto nella totalità i riferimenti scientifici viaggino di pari passo con la ricerca umanistica: corpo, anima, cervello e quei magici e splendidi interrogativi ai quali forse non troveremo mai una soluzione precisa ma che animano l’interesse per la scoperta della Vita.

Quando ci rendiamo conto di essere minuscoli di fronte alle Cime delle Montagne, iniziamo già ad innalzarci.

Zaino in spalla, camminando, respirando e magari portando con noi a Wild Mind..

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