L’ errore che viene da lontano( di Concita De Gregorio)

Da Repubblica, interventi di Rpfm

La Riforma del Titolo V della Costituzione voleva essere, nel pensiero strategico di chi lo ha voluto, la modalità per togliere voti alla Lega e per evitare gli effetti nefasti di possibili secessioni.

Ci aspettavamo di più da Meloni che si ispira al patriottismo della tradizione ed all’unità nazionale, leggiamo la De Gregorio e la sua argomentazione

l peccato originale che fa da riferimento al disegno di legge sull’Autonomia differenziata è la riforma del Titolo V della Costituzione voluta dal centrosinistra con l’intenzione di arginare, alla fine degli anni Novanta, le spinte federaliste e secessioniste di quella che allora si chiamava Lega Nord. Lo ha ripetuto in questi giorni Gianni Cuperlo, Pd (“Nel 2001 si riformò il titolo V pensando di togliere voti alla Lega. Fu un errore e gli italiani lo hanno pagato caro”) ma nel tempo sono stati molti gli esponenti di centrosinistra a fare mea culpa.

Storicamente bisognerebbe ripartire dal Risorgimento e dall’impoverimento del Sud: nella recente e più stretta attualità non si è messo mai in moto un processo che stimolasse le migliori risorse del Mezzogiorno

E’ stata, quella riforma, uno dei più gravi errori politici del centrosinistra: non era del resto una strategia, era tattica animata appunto dall’intenzione di arginare il crescente consenso della Lega che soffiava sul fuoco dell’interesse regionale. Nord contro Sud, detto in grossolana sintesi: il Nord produttivo contro il Sud parassitario – un tema permanente e un problema che ci portiamo dietro dai tempi della Cassa per il Mezzogiorno, nessuna politica è stata finora in grado di stimolare una reale produttività che possa rendere autonome e competitive alcune regioni del Sud. Il cammino della riforma iniziò nel 97 con il primo governo Prodi, nel 99 il governo D’Alema presentò una proposta di legge approvata infine nel 2001, governo Amato. Il 7 ottobre di quell’anno un referendum a cui partecipò poco più del 30 per cento dei votanti confermò la riforma, che dava alle regioni “competenze concorrenti” a quelle dello Stato in materie come l’istruzione e la salute.

Dove trovare i fondi per realizzare una Riforma degna del termine? Da questo interrogativo ficcante e centrale bisognerebbe ripartire

Competenze concorrenti significa che lo stato determina i principi fondamentali ma le regioni hanno potere legislativo. L’Autonomia differenziata riparte da lì. Ed è vero che non farà altro che aumentare le differenze e dunque le disparità di trattamento su base territoriale. E’ vero che le regioni più ricche potranno offrire servizi migliori, già oggi del resto chi può permetterselo va a farsi curare al Nord. Il sistema nel suo complesso è al collasso e nella riforma non è indicato come trovare i soldi per garantire ovunque i servizi essenziali. Sarà lunga la strada. Che continua nel solco della disuguaglianza. Un solco che fu segnato allora.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.