La nuova rubrica di Marco Vichi il romanziere su la Nazione( intervista di Olga Mugnaini)

  • tornare ad evitare la contrapposizione dei social dove e’ tutto like o no
  • motivare, argomentare, analizzare
  • dialogare di emozioni
  • il recupero della lentezza

Firenze, 29 dicembre 2021 – ’Parole , parole, parole…’. Sono importanti per tutti, ma per uno scrittore ancora di più, perché sa che vanno scelte, accarezzate, affiancate con cura le une alle altre. Ma stavolta Marco Vichi, invece delle parole dei suoi tanti romanzi, è interessato a quelle dei lettori, di tutti coloro che decideranno di scrivergli nella nuova rubrica che partirà da mercoledì 5 gennaio. Lui risponderà attraverso le pagine de La Nazione, ogni settimana.
 

Vichi, come nasce questo desiderio di dialogare con le persone attraverso una posta del cuore?
“Come una sfida, per vedere cosa succede. E poi ci sono precedenti così illustri che alla proposta della direttrice Agnese Pini mi sono detto, perché no?”.
 

Ad esempio, ha pensato a… ?
“Ho pensato alla grande scrittrice poetessa e partigiana italiana Alba Carla Lauritai de Céspedes y Bertini, che è stata anche una mia cara amica. Negli anni Cinquanta aveva su Epoca una rubrica di lettere che si intitolava proprio La posta del cuore . In vista di questo nuovo appuntamento con La Nazione sono andato a vedere cosa le scrivevano i lettori, e ho scoperto una cosa curiosa: erano per lo più uomini, che non si vergognavano di parlare di argomenti sentimentali, di confessare le loro pene d’amore”.
 

E lei cosa si aspetta?
“Non lo so ed è questo che mi affascina. In un’epoca in cui lo sfogo personale avviene tutto sui social, mi domando se sia rimasto spazio mentale per scrivere a uno scrittore, ma soprattutto per aspettare la risposta, con una lentezza che non è di questi tempi . Insomma, una rubrica di lettere può sembrare fuori moda, ma chissà. Lo prendo come un esperimento”.
 

Lei è ’social’?
“Direi proprio di no, o almeno pochissimo. Ma ho capito che i social ci hanno abituato a dichiarazioni frontali, dove se vuoi puoi commentare o mettere un like, ma dove le persone non si aspettano risposte, non si mettono in gioco”.
 

E quindi chi si immagina che le scriverà?
“Le persone che amano il dialogo e che spero ci siano ancora, che hanno voglia di esprimere un punto di vista confrontandosi”.
 

Secondo lei che cosa le domanderebbe il commissario Bordelli dei suoi romanzi?
“Diciamo che il commissario Bordelli risponderebbe, più che fare domande. Mi sa che a volte, se sono in difficoltà, chiederò aiuto proprio a lui”.
 

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