Editoriale di Settembre( di David Taglieri)

Sta iniziando lentamente la stagione autunnale, quella delle grandi sfide legate all’energia, al tentativo di superamento dei dissidi militari, al ripensamento della geopolitica e del rapporto fra consumi e risparmi. Un’ economia che deve tornare a rinsaldare i legami con l’ etica che fa rima in questo momento con un’ottica di grandi sacrifici, perche’ le comodità tutte occidentali alle quali la società ci aveva abituato si stanno progressivamente allentando.

E se il mondo piu’ ricco sta pian piano arrancando, quello piu’ fragile vivrà fasi drammatiche: come ricordato ieri da Cristina Calzecchi Onesti su la Discussione secondo l’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Politica Alimentare il 2022 sta evidenziando i suoi contorni ed il suo spaccato di crisi nutrizionale senza precedenti. L’allarme e’ stato amplificato legittimamente da Medici senza Frontiere.

E’ ovvio che, come succede tragicamente al corpo umano di fronte alla malattia, il coronavirus ha peggiorato i settori economico, sociale ed esistenziale, già in fase di malattia avanzata.

Il Coronavirus e’ una iattura, se va ad intaccare e ad aggiungersi a problematiche già in corso, devasta vite, società, paesi.

Lo stesso concetto di democrazia sta affrontando sfide nuove, difficili, talvolta insopportabili: come ha scritto Luigi Iannone sul Giornale, sempre nel corso di questa settimana, la politica e la democrazia rappresentativa non hanno le forze sufficienti per contenere le spinte della globalizzazione, anche esse stesse entrate in dialogo, ma soprattutto in conflitto, aggiungiamo, con le logiche o illogiche rimodulate dalla pandemia e dalla postpandemia. L’articolo partendo da una dinamica filosofica pone in evidenza i nuovi rapporti di equilibrio fra diritto, potere ed economia.

Certamente la buona politica, quella della gestione della Cosa Pubblica deve tornare a fare la sua parte. Controllando l’economia, e non facendosi controllare dalla suddetta e restituendo ai cittadini condizioni di sopravvivenza degne e sogni di ripartenza.

La nostra amica, la professionista Maria Ludovica Franchini, psicologa dello sport, nella rubrica ‘Sulle Ali della Psicologia’ ha denunciato uno dei mali della società politicamente corretta: la sostituzione della sostanza con la formalità.

Avete capito bene, usiamo il termine formalità, perche’ nella sostanza esiste la forma e viceversa. I due sostantivi si compenetrano, mentre come scrive Franchini i nomi al femminile sfoderano la loro dose di inutilità, offensività e vigliaccheria.

La mentalità non si cambia con la vocale, ma con i fatti, partendo come persone tutti dalle stesse possibilità e valorizzando le differenti sensibilità di uomini e donne nei rispettivi ruoli e valori aggiunti.

Le sfide che ci attendono sono numerose e di sostanza: dall’economia alla geopolitica fino ad arrivare ai micropianeti delle persone che rappresentano mondi fondamentali.

Ha scritto bene sulla Ragione Sofia Cifarelli: bisogna pungolare l’Europa nel dar maggiore dimostrazione di compattezza cosi’ come e’ necessario superare quel momento quasi insuperabile che talvolta la contraddistingue: l’incapacità decisionale.

Si avvicinano le polemiche calde della campagna elettorale, a noi, comunque, premono di piu’ i discorsi concreti per fronteggiare la crisi, le crisi, ed i drammi che il pianeta sta vivendo.

Chiunque andrà al potere non puo’ scappare di fronte alla contingenza delle problematiche: il segnale forte si sostanzierà nella scelta dell’obiettivo Italia, sempre e comunque davanti a tutto e soprattutto.

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