Sanasi d’ Arpe ci apre una porta di riflessione e là dietro il dipinto di un mondo giusto: le parole, non sono solo forma, che poi e’ sostanza, quando non e’ minimo formalismo. La giusta armonia delle stesse ci porta colore e calore, e piu’ nel profondo il senso etico. Anche il megaschermo si fa metafora e rappresentazione, sentiamo
Chi parla male, pensa male e vive male”; Palombella rossa di Nanni Moretti insegna che, appunto, “le parole sono importanti”. Perché parlare bene, scrivere bene significa pensare bene: ovvero, quando la forma si fa sostanza. Scrivere bene e parlare bene non è un esercizio di forma: in quelle parole ben dette e ben fatte è implicita la verità etica del pensiero. Se ciò che diciamo infatti non l’abbiamo prima necessariamente assunto, non risulterà ben detto e dunque si spoglierà della sua forza comunicativa e del suo stesso senso.
LA PROPRIETA’ DEL MEZZO
Etica ed estetica appunto viaggiano insieme e divengono un unico binario: il fascino del viaggio.
- Scrittura e Convinzione
- Scrittura e lettura della psiche
Quando scriviamo la verità, ciò che conosciamo da vicino, il mittente infatti lo avverte: il lettore lo comprende. Quando invece il concetto scritto o detto è falso, anche la sua forma sembra artefatta, proprio come il suo contenuto. Colui che scrive, utilizza – per trasmettere forzatamente quella menzogna e quindi ciò che non conosce – mezzi non suoi: formule standard derubate, ricopiate migliaia di volte. Se infatti conoscesse ciò di cui parla, il suo risulterebbe un concetto originale e dal brillante potere comunicativo. Infatti la verità si serve al contrario sempre ed unicamente di mezzi originali, appartenenti ad un unico stile: ad una forma estetica che dell’etica si rende madre, assumendone per questo quasi completamente i tratti.
IL SOGNO CONCRETO
Parlare male, pensare male, scrivere male: fanno male a chi lo fa, a chi riceve accuse ingiustificate, ai fruitori: la ricerca del Bene e del Vero hanno bisogno di Impegno, Fatica, Pazienza, ma la Meta e’ stupenda. Ancora perle dalla nostra Sanasi d’ Arpe
Ecco perché, e lo scrivo nella (ormai quasi vana) speranza che magari porti consiglio a qualcuno e possa rendersi un valido sprone ed occasione di “redenzione”: se scrivete il falso, sarà naturalmente avvertito come tale. All’inizio magari solo a livello istintivo e poi razionalmente e completamente. E significherà scrivere, dire, fare male: in tutti i sensi. Infatti chi dice il male del prossimo, chi insiste nella menzogna, molto spesso non lo sa neanche fare: rendendosi maldestro artefice di pettegolezzi da strapazzo e facilmente confutabili. Per questo non ho mai considerato ingenuo o addirittura utopico il mio sogno (errata corrige: meta) di verità: perché il male, il falso non si comunica, è del tutto privo di forza persuasiva: di forma e di sostanza – perché, ancora: “Chi parla male, pensa male e vive male” e scrive pure male.
( la Discussione, interventi Rpfm, articolo di Maria Sole Sanasi d’Arpe)