Dall’ Italia e dal mondo: le parole di fine aprile( di David Taglieri)

All’interno dell’ultimo numero di Limes il tema centrale e’ dedicato al fenomeno legato alla territorialità ed alla connessa sovranità di Israele.

Le tribu’ stanno dando vita ad uno scontro generazionale ed intergenerazionale di identità; il quesito basilare , come suggerisce la copertina, si incarna nel possesso e nella proprietà dello Stato di Israele. Ed il concetto di proprietà, politicamente e giuridicamente di per se’ neutro, ma ipotizzabile in situazioni di positiva applicazione, spesso viene scambiato per prepotenza e per esercizio del potere minaccioso e pericoloso, da una parte come dall’altra.

La creatura israeliana sta subendo una serie di scosse dall’interno e dall’esterno.

Se per certi versi il senso della protesta assume le vibrazioni ed i colori di una difesa del carattere laicosionista e quindi liberale dello Stato, i fondamentalismi e gli assolutismi dall’altra declinano l’opposizione totale alla visione di largo respiro di uno Stato moderno.

Un altro aspetto ampiamente affrontato dalla rivista di geopolitica e’ la crisi della riforma della Giustizia intrapresa da Netanyahu.

Israele fra riforma e rivoluzione vuol dire affrontare anche il problema della governabilità, tema non scindibile dal costo della vita, dai pericoli del terrorismo palestinese nelle città israeliane.

All’interno di questo numero si da altresi ampio spazio alle tutele legate alla riforma legislativa ed agli effetti della suddetta sullo stato dell’arte della società e della rivitalizzazione dei territori e del concetto di sovranità.

Un piccolo assaggio per scartabellare, leggere in prima impronta ed approfondire schematicamente una fonte autorevole che ci permette di comprendere i macroproblemi del mondo, con l’impegno di un’ analisi oggettiva partendo da prospettive differenti e dalla ricchezza delle mentalità degli intervistati e degli editorialisti del mappamondo in pagine

Lo psicoterapeuta Claudio Rise’ nella sua rubrica dialogante fra psiche e società ha dipinto e descritto l’evoluzione dei rapporti fra il genere umano e l’ambiente, la Natura in senso lato, anche alla luce degli ultimi accadimenti scanditi dal dramma ed attraversati dall’incomprensione che mettono di fronte al Tribunale umano la Wilderness, lo stato selvatico di alcune zone. Il gap, l’errore e lo sbaglio fondamentale vanno spostati sulla scrivania di una cattiva e manchevole legislazione regionale e statale in ambito Naturale ed ambientale.

Si dirà giustamente che le persone cercano il ritorno alla selvatichezza, anche attraverso una passeggiata nei boschi; intenzione nobile, apertura d’animo intelligente ed entusiasmante, un ritorno alle origini. Sintetizzando la colpa non e’ degli orsi o degli animali, ne’ tanto meno negli individui, quanto nelle istituzioni che dovrebbero garantire una convivenza nell’interesse generale che passa attraverso la sicurezza nella libertà e la libertà nella sicurezza.

Abbiamo visto, letto e analizzato nelle nostre rassegne e selezioni stampa settimanali anche il punto di vista di Antonio Mastrapasqua sul rapporto fra calo demografico ed età pensionabile .

L’editorialista di Libero Economia, specialista nel settore previdenziale parla anche della sua diretta esperienza e del contesto di riferimento italiano.

Osserva nel dettaglio: ben vengano i professori consiglieri del governo sulle tematiche previdenziali e sociali, altrettanto importante pero’ che svolgano seri ruoli circoscritti nella managerialità per obiettivi comuni e non si rivestano di panni di politici in attività.

Una conclusione che correda un articolo inquadrato sempre nel dinamismo di chi vorrebbe un’ Italia fattiva e concreta, senza lungaggini burocratiche e lacciuoli vincolanti.

La direttrice Agnese Pini incentra la sua narrazione sul rapporto fra politica e turismo; messe da parte le polemiche sulla sostituzione etnica, riteniamo che una destra davvero patriottica dovrebbe dosare le parole della nostra bella lingua, Pini spinge ad esporre con piu’ chiarezza ed incisività i concetti che premono alla nostra Penisola. L’esigenza e’ quella di rilanciare i patrimoni, i paesaggi e le preziosità del nostro tessuto attraverso visioni di ampio e largo respiro, che non privilegino soltanto le esigenze commerciali di un freddo mercato, ma diano linfa al trionfo della Bellezza in senso totale e benzina al brocardo della centralità della Persona.

Le città, aggiunge, sono sempre state mosaico di contaminazioni e mix, il segreto e’ coniugare tradizioni e dinamismo, le città in evoluzione.

Armonizzare tradizione ed innovazione e’ una sfida nella quale il Belpaese e’ ancora indietro.

Marcello Zacche’ su il Giornale compara storia, attualità ed economia: traccia idealmente delle linee verticali e rammenta l’esperienza di Reagan tentando una lontana analogia con l’azione economicosociale di Meloni.

Anche sulla scorta di questa paginata di giornale intuiamo la tensione governativa nel mediare fra scelta sociale ed opzione liberale.

Le Figaro si occupa del viaggio di Papa Francesco in Ungheria con le sue parole rivolte alla vera fede cattolica che dovrebbe implicare l’accoglienza degli immigrati attraverso l’apertura delle porte. Prima che il pontefice venga tirato per la giacchetta ora da una fazione un secondo dopo da un’altra parte e’ giusto contestualizzare le dichiarazioni che avvengono sempre in una cornice dove sia assicurato un sano equilibrio fra sicurezza e libertà.

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