Il paese crolla, va ricostruito( di Giovanni Pandolfi, con il commento di Roger Mantelli)

L’ efficienza dei buoni governi delle regioni nulla puo’ contro la rabbia della Natura. La Penisola deve stringersi ed avviare le buone pratiche per sancire un’alleanza di compromesso e convivenza con gli sfoghi di Madre Natura, sentiamo


Si contano i danni. Si contano, purtroppo, i morti. E non è ancora tempo di leccarsi le ferite: bisogna correre, soccorrere. In 24 ore, in 24 stramaledette ore, l’Emilia Romagna è finita in ginocchio. Sì, proprio (e anche) la moderna ed efficiente Emilia Romagna: i cambiamenti climatici, chiamiamoli pure così, non fanno più sconti a nessuno. Gridiamo alla siccità, al Po che sta morendo, all’acqua che manca e dopo 24 ore mezza regione affoga. Siamo tutti uguali di fronte alla natura che si arrabbia. Tutti più che mai vicini, appiccicati: da Palermo a Bolzano. Neanche otto mesi fa l’apocalisse si scatenò nelle vicine Marche e l’inferno fu ancora peggiore. Ma è come giocare ai dadi: sta capitando democraticamente a tutti alla lotteria della natura nel Belpaese.


L’ io non e’ Dio e i fenomeni naturali lo stanno dimostrando in pieno, le ideologie politiche devono essere messe da parte, in sintesi e’ questo il messaggio di Pandolfi


E noi ora ripetiamo in fondo le solite domande che ci inquietano da anni: chi sono i responsabili? Dove abbiamo sbagliato? Cosa si può fare? E poi il consueto tiritera politico: quelli di sinistra chiedono soldi al governo di destra, così come i politici di destra chiedevano soldi ai governi di sinistra. Solita solfa, insomma. Come per i fiumi: gli argini si rompono come cartapesta. Perché? Colpa degli uomini? Delle nutrie? Del Padre Eterno? Colpa di tutti o colpa di nessuno? Buttiamo lì un’idea: visto che siamo così vicini, appiccicati, uguali, proviamo ad abbracciarci anziché prenderci a schiaffoni. Ricostruiamo, insieme, le fondamenta di un Paese che sta franando, cercando di evitare che ognuno degli ‘Io’ che vive dentro di noi si trasformi in Dio.


Il silenzio del rispetto, il rispetto per il silenzio


Non dimentichiamoci tutto fra quindici giorni perché, si sa, la vita continua e arriveranno il sole, il caldo, le ferie e andremo tutti in spiaggia. Facciamo memoria: teniamoci in mente, anzi nel cuore, le immagini di questa via Emilia diventata all’improvviso un fiume in piena. Con tanta gente disorientata, disperata, in lacrime e fuori di casa. Questa gente merita silenzio, rispetto, lavoro.

( Il Resto del Carlino, interventi Rpfm)

Le parole…( di Roger Mantelli)

Il rispetto per le popolazioni colpite, il silenzio del lavoro e della ricostruzione, mettere a margine e forse fra parentesi le polemiche.

In un’Italia che si riempie la bocca di scontri verbali senza costituire e costruire.

Questa e’ la vera sfida, questo e’ l’impegno preminente.

La Natura che si mostra impietosa e grandiosa rispetto a donne e uomini, anche di fronte ai buoni governi, anche di fronte all’efficienza.

Pandolfi mette in evidenza proprio tale aspetto.

L ‘io si fa piccolo piccolo e forse anche un bagno di umiltà; ripartiamo da qui.

Alla luce dei recenti fatti, gli accadimenti parlano chiaro: non ribaltare le cose ma stabilire un giusto compromesso di convivenza fra Natura ed Umanità

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