Piu’ che al Papa l’Ucraina ora guarda alla Cina( di Agnese Pini)

Le ore istituzionali, il contesto spaziotemporale, ben piu’ complesso dello scenario geopolitico; lo scacchiere sti sta riposizionando e Pini ne inquadra le dinamiche, la telecamera non puo’ prescindere affatto dal gioco delle sfumature.

Le questioni di principio scadono in teoremi spigolosi e vitttimistici da certi ambienti ucraini, i drammi ci sono, gli egocentrismi malvagi di Putin vanno condannati, però il terreno della geopolitica andrebbe sviscerato senza facili banalizzazioni e bandierine messe a casaccio


Eppur si muove, la pace. E no: a fare la differenza non sarà il ramoscello d’ulivo – in versione scultura bronzea – che papa Francesco ha regalato ieri a Volodymyr Zelensky, in visita nel cuore del potere istituzionale, politico e religioso: Mattarella, Meloni, Bergoglio. Un’intensa giornata necessaria a blindare il sostegno italiano al popolo ucraino, e a segnare un momento simbolico di grande effetto scenico quale è stato la stretta di mano tra il Santo Padre e il premier in mimetica e felpa scura. Di grande effetto, sì, ma che al momento non sembra determinante nel poter dettare le reali condizioni e l’agenda del cessate il fuoco. “Con tutto il rispetto per Sua Santità, noi non abbiamo bisogno di mediatori, noi abbiamo bisogno di una pace giusta”, ha commentato a caldo Zelensky, ospite a Porta a Porta, tornando così a marcare quella distanza di vedute con Francesco palpabile fin dall’inizio del conflitto.


Dalla panoramica romana, teatro della spettacolarizzazione di ieri al viaggio mentale sulle possibili strategie internazionali


È invece ciò che succede nelle stesse ore fuori da Roma a segnare il passo di una novità concreta nell’ipotizzare la fine della guerra, anche al netto della durezza con cui ieri Zelensky ha ribadito l’impossibilità di ogni dialogo con Putin. In primis: la notizia che l’inviato di Pechino domani inaugurerà il suo tour europeo proprio dall’Ucraina, per poi andare in Polonia, il paese più ostile contro il Cremlino.


…… in conclusione il ruolo della Cina che si muove sempre con attendismo ed opportunismo


La Cina non vuole perdere l’occasione di esercitare un’influenza sullo scacchiere europeo, in chiave anti Usa, proponendosi come attore di pace. E per la prima volta dal 24 febbraio 2022 qualcuno si azzarda perfino a ipotizzare una tabella di marcia. Lo ha fatto un vecchio leone della politica, Henry Kissinger, in una intervista alla Cbs: “È probabile che i governi di Mosca e Kiev intraprendano negoziati reali entro la fine di quest’anno”, ha detto facendo riferimento proprio alle mosse cinesi. Di certo una buona notizia, ma non priva di conseguenze sugli attuali equilibri internazionali. Per l’Ucraina, e soprattutto per l’Europa.

( La Nazione, interventi Rpfm)

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