Edimburgo: il primo bus senza conducente?( di Leonzia Gaina)

LUCI ALLA CITTA’

Gli organizzatori lo definiscono il primo trasporto autonomo: autobus guidati da computer che operano su un percorso reale con passeggeri reali che navigano nel traffico reale. Ma non chiamate “senza conducente” i nuovi autobus autonomi di Edimburgo, che iniziano il loro servizio oggi. Sono composti non solo da uno, ma da due addetti ai trasporti, il doppio del numero richiesto per un autobus convenzionale nella vivace capitale della Scozia. È per questo che questo coraggioso passo verso il futuro del trasporto pubblico rimane in gran parte un esperimento: una prova lunga anni volta tanto a rassicurare il pubblico quanto a testare nuove tecnologie.

“Quando la tecnologia sarà completamente disattivata e ci sarà permesso di portare l’autista fuori dalla cabina – ha affermato Steven Russell, 34 anni, responsabile dell’innovazione per Stagecoach Scotland, uno dei maggiori operatori di autobus della Gran Bretagna – allora potremmo dire che il mezzo sarà in grado di muoversi, interagire con i passeggeri, controllare i biglietti, mantenere il servizio di successo”. L’azienda ha equipaggiato la flotta con cinque veicoli Alexander Dennis Enviro200AV aventi tecnologia di guida autonoma. Durante una dimostrazione la scorsa settimana, l’operatore di autobus ha guidato come al solito fino a raggiungere un punto predeterminato sul Forth Road Bridge di Edimburgo. Un leggero “ding” ha avvertito i passeggeri che l’autista, Steven Matthew, aveva attivato il pilota automatico.


Obiettivo: Armonizzare le esigenze delle persone con le nuove acquisizioni tecnologiche, con la Persona ed il suo concetto sempre ed unicamente al centro


In quel momento ha permesso cautamente alle sue mani di levitare sopra il volante, ancora pronto a prendere il controllo dell’autobus dal suo autista computerizzato in caso di incidente. Da pochi metri di distanza, Matthew sembrava ancora guidare l’autobus. Solo uno sguardo più attento rese chiaro che le sue braccia non si muovevano insieme al volante. “Penso che la tecnologia sia geniale – ha dichiarato Matthew, un supervisore delle operazioni di 47 anni – Rimane nella corsia, frena quando rileva altro traffico. L’unica cosa di cui forse ti devi preoccupare è che non si sa cosa potrebbero fare gli altri automobilisti”. Anche se Matthew ha completa fiducia nella tecnologia, mentre l’autobus sfrecciava sull’enorme ponte a 80 km/h, la sua costante presenza al volante era rassicurante. Questo autobus potrebbe aver bisogno di un autista come lui non per proteggere gli esseri umani dai difetti della tecnologia, ma per proteggere la tecnologia dai difetti dei conducenti umani e dei pedoni.

( la Discussione, schemi Rpfm)

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.