Malati di salute( recensione di David Taglieri)

Maria Sorbi collabora con il Giornale dal 2008; inizialmente si occupava in prevalenza di cronaca milanese ed ora è parte operativa ed integrante della redazione controcorrente; da svariati anni il Giornale attraverso iniziative editoriali sia all’interno delle pagine della carta stampata, sia attraverso i quaderni promuove idee altre rispetto alla generalità del pensiero unico che omologa, tende ad unificare e ad abbattere le differenze. La parte deleteria del mercato e della pubblicità ha compreso che la strategia del ridurre tutto a moda ed imposizioni dando del tu al lettore, utente o fruitore che sia, contribuisce a dirigere le menti delle persone verso un’ottica uniforme che conviene nel momento in cui tutti comprano lo stesso prodotto e non ragionano più sul giusto, sul bello o sul vero. In malati di salute, l’ossimoro punta ad enucleare e sintetizzare con una frase quanto oggi come oggi, venuti meno certi valori, accantonati dignitosi ideali, abbattuto il senso del limite, risulti fondamentale riferirsi come unica religione laica ed universale al benessere ed al bellessere. Dal monitoraggio continuo, costante e reiterato allo star bene stanno sorgendo delle vere e proprie patologie; il timore di non stare per la quale , di non essere in forma ed il meccanismo successivo di sentirsi inadeguati e in colpa. La società odierna criminalizza  la colpa di matrice religiosa ma compie veri e propri processi mediatici contro chi mangia un pò di più e magari è anche una buona forchetta, o non possiede gli addominali. Spesso fra uomini e donne vengono promossi dei modelli tendenti all’anoressia; psicologicamente il messaggio inviato dai social e dai mezzi comunicativi politicamente corretti che oramai dominano la scena si incarna nell’apparire splendidi, vincenti a tempo indeterminato e sorridenti ogni secondo, con uno smalto tendente all’idiozia e con l’intenzione di apparire quello che il mondo impone. Tutto diviene mania: e ci si allontana dal giusto equilibrio, tentando in fondo in fondo di colmare un vuoto molto più grande che non si riempie con i muscoli, il corpo da modella anoressica e con l’astinenza da cibi succulenti.
Oltretutto la gastronomia italica si sostanzia in una cultura che mette insieme saperi, sapori e tradizioni: risulta giusto sensibilizzare le persone contro i danni dell’obesità e contro le bulimie della mente e del corpo. Parlare di salute, con tutti i progressi della medicina e della scienza, può contribuire a migliorare la qualità e la quantità della vita in virtù di numerose acquisizione che fanno luce su situazioni sconosciute prima. Ma il salutismo stesso può trasformarsi in una dipendenza ed ogni dipendenza produce soddisfazione nel breve periodo e frustrazione nel lungo periodo. L’eccesso di informazione in connubio con internet e con la velleità di essere tutti dottori per aver letto un articoletto decontestualizzato sulla rete produce talvolta esami inutili, atteggiamenti di igiene esagerati e interrogativi su tutto quello che si mangia, anche quando ci si trova in un momento di convivialità. Nell’epoca dove non si fa altro che vantarsi di sdoganare taboo, arrivando a condannare perfino l’educazione quale istituzione borghese, a tavola bisogna essere tutti politcamente corretti. Questa mania ha manipolizzato i dibattiti nei media ma anche gli stessi discorsi fra la gente; il mantra è rappresentato dal binomio fra diete e palestra.
E i valori non si trovano in un centro benessere. Edizioni fuori dal coro.

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