Non scordate i nonni ( di Stefano Zecchi)

novembre 2021 DAL PASSATO

Soltanto un Dio ci può salvare» esclamò uno dei più grandi filosofi del Novecento, Martin Heidegger, quando agli inizi degli anni Sessanta vide le prime foto che riprendevano dal satellite la Terra. Per ora ci stiamo salvando da soli, usando la tecnologia, con qualche impaccio, per le nostre semplici esigenze quotidiane. «Devi essere connesso» è l’imperativo categorico della nostra giornata: allora possiamo accedere a quelle innumerevoli necessità amministrative che ci consentono di avere un certificato di nascita, di iscrivere il figlio a scuola, di farci portare la spesa casa, di pagare un bonifico in banca. Niente più code agli sportelli, nessun tram da prendere per andare negli uffici: basta essere connessi, conoscere username e password e il gioco è fatto. Quanto tempo si risparmia? Molto. A raccontarla così, tutto bello e rasserenante. Ma, appunto, è il racconto di una realtà che non c’è, o, se c’è, non solo sono molti quelli che ne sono esclusi, ma anche per chi la frequenta non sono tutte rose e fiori. E vorrebbe, davvero, che un Dio venisse a salvarlo.

uso di mezzi moderni e contemporanei per combattere la scienza? le assurdità

Siamo un popolo che non ama la scienza, basta ascoltare la fantasiosa, spesso becera retorica dei No Vax. Ma siamo anche un popolo di persone anziane che faticano ad assimilare le modalità di utilizzazione degli strumenti informatici. Nessuno ci ha insegnato come fare, dobbiamo arrangiarci, mettendo in piedi il più colossale fai-da-te tecnologico nel tempo della modernità. E questa autodidattica ha un prezzo enorme. Tempo guadagnato con l’informatizzazione? Mica vero. Quanto tempo ci si mette per entrare nel sito, comprendere cosa ci chiede, come rispondere? Spesso molto di più che se ci si recasse nell’ufficio apposito. Siamo dentro a un labirinto, anzi, meglio, siamo nel «gioco dell’oca»: fai un passo, poi un altro e un altro ancora, stai per raggiungere la meta, ecco che sbagli e finisci nella casella del lupo cattivo e ritorni indietro: devi ricominciare tutto da capo. E si accende, intanto, il malefico messaggio che ti avverte che hai ancora cinque minuti per portare a termine la tua richiesta, poi si spegne tutto e chi si è visto si è visto.

Il punto di vista di Zecchi, la carenza di previsioni dell’errorenon lasciare indietro gli anziani

L’errore non è previsto: non c’è la signorina allo sportello che, anche se sgarbata, ti dice come correggere il questionario. Non c’è pietà. Imprechi e, se sei devoto, speri, appunto, che un Dio venga a salvarti. Impareremo? Ci abitueremo? Speriamo, ma intanto prova ad avere lo Spid, e poi dimmi se è così semplice trovarlo! Certo, ogni novità chiede i suoi tempi per essere assimilata, ma questa novità è per un mondo giovane, scientifico, tecnologico: mi pare che a noi, con un po’ di anni sulle spalle con tutta la volontà per adeguarci ai tempi nuovi, questo mondo informatico metta molta ansia, e una mezz’oretta di coda è preferibile all’angoscia di non avere la password, l’username, lo Spid e il computer che talvolta non si connette.

( Foto D.t)

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