Dottor No House( di Massimo Gramellini)

Come la mettiamo con il dottor Gerardo Torre, che ha curato tremila malati di covid a domicilio senza perderne nemmeno uno, ma rischia di essere sospeso dall’Ordine per non avere rispettato il protocollo ufficiale?

Da decenni quest’uomo attraversa la provincia di Salerno con un camper attrezzato ad ambulatorioGabriele Bojano ha raccontato sul Corriere che i compaesani lo chiamano Doctor No House. Durante la pandemia non si è rassegnato alla «vigile attesa» e ha aggredito la malattia ai primi sintomi, senza aspettare che arrivasse a devastare i polmoni e a intasare gli ospedali. I guariti lo paragonano a un santo, mentre i no vax cercano di guadagnarlo alla causa facendone un perseguitato, benché lui sia favorevole ai vaccini, pur con qualche distinguo che in questo clima di divisioni radicali lo rende sospetto ai cultori dell’ortodossia.

In realtà il dottor Torre è solo un medico che privilegia l’aspetto umano e una testa dispari che ama steccare sul coro: quanto basta a renderlo anomalo e istintivamente simpatico. Sarebbe un grave errore consegnarlo alla propaganda degli antivaccinisti, i quali intendono trasformarlo nel simbolo di qualcosa che non è. Lui si è semplicemente ribellato a un’imposizione che non condivideva e i fatti gli hanno dato ragione. La sua storia, letta in controluce, ci ricorda quanto possa ancora essere utile la medicina territoriale, e come si sia sbagliato ridimensionarla per ragioni di bilancio e calcoli di bottega.

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